In chirurgia orale e maxillo facciale ricostruttiva (dopo traumi, dopo chirurgia con tagli ossei per correggere deformità congenite o acquisite, dopo chirurgia ortognatica) nel passato, quando necessario, si usavano per la fissazione dei frammenti ossei, esclusivamente fili metallici in acciaio.
Negli anni ‘70 sono stati introdotti altri mezzi moderni di fissazione-osteosintesi, in particolare placche, e viti in titanio, materiale biocompatibile che non crea problemi di intolleranza e permette una immediata riabilitazione. Esistono anche i mezzi di sintesi riassorbibili per casi selezionati. Chi ha mezzi di sintesi-fissazione in titanio nel volto non ha problemi con i metal detectors. Il quesito più frequente è se i mezzi di sintesi-fissazione debbano poi essere rimossi, e se possono creare problemi alla salute a lungo termine. Il titanio, materiale biocompatibile, si integra bene con le strutture ossee e in genere non necessita di rimozione.
Si procede alla rimozione in alcuni casi: quando nel volto ci sono molti mezzi di sintesi specie nella regione delle orbite dove la cute è sottile, quando si verifica intolleranza individuale, quando per vari motivi si espongono nel cavo orale o attraverso la cute In tutti questi casi, compare infezione, si formano ascessi, episodi di sinusite quando in contatto con le cavità mascellari. Quindi sono da rimuovere.
Se nella mandibola vanno rimossi quando necessario mettere impianti dentari. La rimozione dei mezzi di fissazione può anche essere richiesta dal paziente. In ogni caso sono da rimuovere quando siano trascorsi almeno 4-5 mesi dall’intervento.
L’operazione potrà essere eseguita in anestesia locale con sedazione, o in anestesia generale, con ricovero in Day Hospital o con una notte di ricovero. Di certo, quando posizionati nel cavo orale, è richiesta una attenta igiene. È dimostrato anche che il fumo aumenta le possibilità di infezione e di esposizione nella bocca.