La regione obito-palpebrale può essere sede di diverse malattie e che sono trattate chirurgicamente in base al tipo di patologia.
Con il termine clinico distopia si intende una posizione anomala dell’orbita. Tale termine si applica alle anomalie di posizione in senso verticale. Per quelle in senso trasversale si parla di teleorbitismo. Alterazione della dimensione sagittale si ha nelle cranio-facio-stenosi. Da un punto di vista pratico, la distopia orbitaria è una posizione anomala di un orbita comparata con l’altra che si suppone normale. Nella pratica clinica, un’orbita può essere distopica nel caso nella traumatologia, di malattie congenite, o per tumori orbitari.
Principi generali
La distopia orbitaria non è né una malformazione, né una sindrome: è un segno comune a malformazioni o deformità aventi origini differenti. Nella distopia è possibile recuperare l’orbita “utile” senza complicanze oculari o oculomotrici. Per orbita utile si intende la parte che si trova 1 cm. davanti al foro ottico. Quindi una mobilizzazione delle 4 pareti orbitarie mobilizza il globo oculare stesso senza danno al nervo ottico.
L’orbita distopica per trauma o per malattie congenite, deve ritrovare una posizione, una forma e dimensioni normali: forma e posizione sono determinate da quello che risulta essere l’elemento più resistente dell’orbita, cioè la sua componente fornita dall’osso frontale, che costituisce la volta orbitaria superiore.
In caso di schisi facciale (malformazione congenita con separazione delle due orbite) i deficit del pavimento dovrà essere riparato. Tuttavia se ciò risolleva il contenuto orbitario nell’orbita non può realmente sollevare il globo oculare che viene compresso verso il tetto. Inoltre i soli innesti ossei nella cavità orbitaria non possono correggere la brevità verticale della faccia.
Si distinguono 3 tipi di distopia o alterata posizione:
- Distopia dopo trauma
- Distopia da emi-cranio-stenosi
- Distopia da schisi orbito-facciali
Distopia orbitaria (malposizione) dopo trauma
A seguito di un evento traumatico l’orbita può essere cambiata nella posizione nella sua totalità e nelle tre dimensioni dello spazio: orizzontale, verticale, sagittale in una prospettiva tri-dimensionale. In genere necessita di trattamento chirurgico con riposizionamento e ricostruzione ossea, e in certi casi anche dei tessuti endo-periorbitari e palpebrali. Possono essere interventi in vari sessioni, eseguiti a volte anche con la collaborazione dell’oculista. Sono richiesti esami preoperatori tra cui: TAC, RNM, valutazione oculistica e altre indagini in base alle problematiche evidenziate dopo il trauma.
Distopia orbitaria da schisi orbito-facciali unilaterali (malattie congenite)
Il pavimento orbitario è più largo e profondo. La distopia interessa il bordo e la base della schisi e cresce con l’età. Il deficit osseo (la mancanza di osso) più o meno profondo e largo è situato all’interno del canale infraorbitario. Il contenuto orbitario si approfonda nella schisi e questo spiega la caduta del globo e del contenuto dell’orbita
Tutte queste distopie sono caratterizzate da un deficit e da una ipoplasia del bordo infraorbitario e del pavimento. Ne risulta una minore resistenza di quella parte essenziale del tripode zigomatico che è il bordo infraorbitario. La rottura di questo equilibrio provoca l’abbassamento dello zigomo per spinta del frontale, per compressione dell’osso temporale.
Distopia orbitaria da emi-cranio-stenosi (malattie congenite)
Si tratta di malformazioni come la plagiocefalia in cui la sinostosi (chiusura della sutura precoce)interessa una sutura emicoronale o altre suture. La sinostosi coronale non è che uno degli aspetti visibili della malformazione. La base cranica e le orbite sono molto deformate. La compensazione frontale alla craniostenosi unilaterale è controlaterale alla stenosi con una bozza frontale che contrasta con la retrusione frontale controlaterale. L’orbita sia quella omolaterale che quella controlaterale sono appiattite e il loro asse principale è trasversale. Da sottolineare come spesso le deformità controlaterali siano più gravi di quelle del lato malformato.
L’orbita anoftalmica
Quando per varie patologie, malattie e motivazioni esiste l’assenza del contenuto di un’orbita (orbita anoftalmica priva del bulbo oculare), vengono messe in atto strategie e tecniche ricostruttive di vario tipo, con l’obiettivo di ottenere, per quanto possibile, una simmetria morfologica ed estetica. Importante è la collaborazione tra il Chirurgo Maxillo, l’Oculista, l’Oculoplastico anche per il trattamento delle via lacrimali e il protesista che si occupa della parte protesica endo-orbitaria.
TAC di orbita anoftalmica destra
La sindrome del seno silente (Silent Sinus Syndrome, SSS)
La sindrome del seno silente è una entità clinica ben definita con enoftalmo (occhio profondo), ipoftalmo (occhio in basso), approfondimento del solco sovrapalpebrale, asimmetria orbitaria. In genere è unilaterale.
La causa di questa sindrome è il collasso di una o più pareti del seno mascellare. Il meccanismo è l’ostruzione dell’aerazione del seno mascellare, seguita dalla pressione antrale negativa. La TC del massiccio facciale porta alla diagnosi che evidenzia il collasso di una o di più pareti del seno mascellare (spesso il pavimento), con o senza ritenzione del muco nella cavità del seno mascellare iposviluppato e con ipoventilazione cronica. La diagnosi differenziale è con le fratture del pavimento orbitale e l’atrofia dei tessuti molli. Il trattamento della sindrome del seno silente richiede un’approccio multidiscplinare con il chirurgo maxillo facciale, l’oculista e lo specialista otorinolaringoiatra.
Nella sindrome del seno silente vanno ripristinati il drenaggio mascellare e l’anatomia dell’orbita. Deve essere ristabilita per prima la funzionalità e la ventilazione del seno mascellare. L’endoscopia consente di aprire il seno mascellare dalla cavità nasale attraverso l’apertura del meato antrale (Functional Endoscopic Sinus Surgery –FESS). Questo risolve il problema del seno mascellare con riabilitazione funzionale e della ventilazione. Il pavimento orbitario, e la correzione dell’eno-ipoftalmo, può essere ricostruito contemporaneamente alla chirurgia del seno mascellare o in un tempo chirurgico ricostruttivo differito. I materiali usati possono essere innesti ossei autologhi o biomateriali. La programmazione ricostruttiva e la tempistica dipendono dal quadro clinico e dall’entità della sindrome.